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Google può accedere da remoto ai device Android? La crittografia torna alla ribalta

Sono giorni di novità importanti per chi ha installato sul proprio device Android una versione del noto sistema operativo inferiore alla release Lollipop: secondo un recente documento, “Report on Smartphone Encryption and Public Safety”, compilato dal procuratore distrettuale della città di New York, le versioni precedenti alla 5.0 potrebbero essere monitorate da remoto da parte di Google, nel caso in cui un tribunale di giustizia inoltri una richiesta.

Una notizia di impatto, di certo, per il popolo degli utenti Android e per il mondo della criminalità in generale: Google può garantire, in caso di necessità da parte di investigatori e inquirenti, l’accesso ai dati necessari allo svolgimento dell’indagine.

Android Google Crittografia

Il numero di dispositivi che potrebbero essere soggetti a questa pratica di “spionaggio da remoto” è una consistente fetta dell’intero ecosistema Android: circa il 74 – 75% del totale dei device nel mondo utilizza ancora sistemi operativi precedenti a Lollipop.

Il documento stilato dal procuratore statunitense analizzerebbe inoltre il motivo per cui gli smartphone e i tablet con release pari o superiore alla 5.0 sarebbero meno suscettibili al monitoraggio: su di essi sarebbe attivata la Full Disk Encryption, cifratura applicata a tutti i dati contenuti nel device, introdotta per una maggiore protezione della privacy dell’utente. Si leggerebbe inoltre nelle successive pagine come le moderne tecniche forensi consentano di ottenere, sempre da remoto, la possibilità di ottenere la password d’accesso del terminale e dell’account relativo, permettendosi quindi di manipolare i dati contenuti nel dispositivo nel caso occorresse per motivi investigativi.

Essendo oltre un miliardo gli utenti Android in tutto il mondo, si tratta certamente di un fenomeno che potrebbe preoccupare i possessori di un device basato sull’OS del robottino verde, soprattutto perché Lollipop e Marshmallow rappresentano una piccola fetta dell’utenza, anche se destinata a crescere: al momento potrebbe comunque verificarsi nei soli casi di estrema urgenza, in cui le autorità chiedono formalmente collaborazione a Google per la risoluzione di alcuni casi importanti.

Sicuramente si tratta di una notizia destinata a far discutere il popolo del Web, e magari a far prendere in considerazione la possibilità di aumentare le misure di sicurezza sul proprio terminale: nelle prossime giornate cercheremo di aggiornarvi sugli sviluppi di questa vicenda, che avrà naturalmente vasta risonanza in ogni parte del mondo.

24 Novembre 2015 Archiviato in:Android

Roberta Betti

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