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Allarme anonimato: anche le VPN a rischio

Gennaio 2015 si è appena concluso con importanti rivelazioni in merito alla privacy online sotto più punti di vista, in seguito a diversi episodi che hanno dimostrato quanto sia relativamente semplice, e soprattutto possibile quando si riteneva invece l’esatto contrario, carpire l’indirizzo IP e la provenienza effettiva dell’utente, assieme ad una serie di dati personali creduti da tempo anonimi.

Il primo evento riguarda i continui raid dell’FBI in lungo ed in largo nel Deep Web: grazie all’utilizzo di Metasploit Decloaking Engine, un testing tool particolarmente apprezzato da hacker di reti di tutto il mondo, è stata dimostrata la possibilità di risalire alla località dell’utente, nonché al suo reale IP, sfruttando un bug di Flash, strumento che pare provocare danni simili anche sulla clearnet, ovvero Internet regolare.

VPN anonimato

Questo evento ha fatto cadere uno dei capisaldi relativi a Tor, ovvero l’assoluta presenza di anonimità. Il secondo evento, ben più recente, fa invece riferimento a WebRTC, una tecnologia in grado di sfruttare i nuovi standard HTML 5/JavaScript per avviare delle semplici videochat, che è saltata agli onori delle cronache ultimamente.

L’implementazione di WebRTC su pagine Web predisposte appositamente potrebbe infatti portare alla rivelazione del proprio IP locale e pubblico; il tutto anche su VPN, aree di network privato che dovrebbero teoricamente risultare immuni da strumenti simili, essendo studiate per evitare la ricezione dei propri pacchetti-dato nel momento in cui, ad esempio, viene sfruttata una connessione non propria, aumentando le possibilità di passare per anonimi.

E’ stata così dimostrata la presenza di un problema rilevante per le reti private, che può colpire praticamente chiunque, ed in maniera speciale chi sfrutta browser in grado di avviare conversazioni audio/video senza necessità di plugin (ad esempio Firefox, Opera, Chrome). Non si hanno notizie certe di eventuali OS a base Linux colpiti, perciò al momento si presume che il problema interessi esclusivamente Windows.

Temporaneamente, in attesa di una soluzione definitiva, i creatori dei principali servizi VPN suggeriscono di sfruttare estensioni quali WebRTC Block (per Chrome); per Firefox è possibile invece intervenire sul parametro “media.peerconnection.enabled” (accessibile digitando nella barra di ricerca “about:config”) ed assegnandogli il valore “False”.

Tempi incredibilmente difficoltosi, quindi, per la privacy online in tutte le sue declinazioni. Gli utenti e le loro VPN potranno tornare alla serenità a breve o verranno proposte nuove soluzioni definitive? Seguiteci per avere gli aggiornamenti necessari in merito ad una questione così spinosa nel Web.

2 Febbraio 2015 Archiviato in:News

Roberta Betti

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