Riconoscere, grazie a un algoritmo, le emozioni mostrate da un volto grazie ad una semplice foto: è questo l’obiettivo di Project Oxford, la nuova scommessa di Microsoft nel mondo dell’intelligenza artificiale.
Il progetto, al momento ancora in fase beta, ha già un sito ufficiale e ha catturato l’attenzione di diversi utenti grazie alle sue nuove funzioni, che grazie a “Face API” (algoritmo per il riconoscimento facciale) e le più importanti “Emotion API” (algoritmi per la comprensione delle intenzioni e delle risposte emotive, tramite una semplice immagine di input) ci permette di considerare nuove prospettive dal punto di vista delle emozioni umane.
Project Oxford si arricchisce di nuovi componenti nella versione ufficiale mostrata sul sito, che da oggi consente agli utenti di caricare una propria fotografia e di ottenere in risultato una valutazione quanto più possibile realistica delle espressioni mostrate dai visi ritratti.
L’algoritmo di Microsoft sarà quindi in grado di selezionare, a livello percentuale, tra otto emozioni diverse quali sono quelle più evidenti e significative per capire le intenzioni e le sensazioni provate dalla persona ritratta sull’immagine.
Lo spettro emotivo tra cui Project Oxford è in grado di fare le sue valutazioni si riassume al momento in: disgusto, paura, disprezzo, felicità, rabbia, tristezza, neutralità e sorpresa.
Si tratta naturalmente di semplici “etichette” per il momento, tuttavia non c’è dubbio che raccogliendo sempre più dati e immagini, Oxford potrà diventare uno dei principali algoritmi per face detection, un nuovo scanner in grado di interpretare emozioni, fatto che potrebbe avere grande rilevanza nella tecnologia del futuro, in particolar modo nel videogaming e nella gestione dei social così come nella domotica.
Microsoft, naturalmente, non nasconde le proprie ambizioni per questa interessante innovazione, e ha già manifestato la propria volontà di integrare il progetto con alcuni componenti tipici delle app di messaggistica, un software in grado di isolare tracce audio e analizzarle successivamente, ed infine un ulteriore algoritmo capace di estrapolare visi e persone in movimento nei frame di un filmato.
Il futuro dell’intelligenza artificiale porterà quindi anche il nome della casa di Redmond: ci aspettano quindi robot e servizi online finalmente più coinvolgenti ed emotivi, su misura per l’utente? La risposta sembra essere sì, per questo continueremo a seguire l’evoluzione di Project Oxford nel tempo.
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