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Android, allarme rosso: 1 milione di app clone sul Play Store

Si tratta di un fenomeno in continua proliferazione negli ultimi mesi, che ha preso spunto dalla chiusura del popolarissimo gioco Flappy Bird, per dirigere gli utenti verso applicazioni del tutto fuori luogo rispetto a quelle genuine del Play Store: stiamo parlando dell’incredibile aumento di app-clone presenti sul noto servizio di download firmato Google, che a quanto pare risulta essere incontenibile.

Logo-Play-Store

Il desiderio di molti creatori di malware di poter derubare gli utenti di credenziali, credito e documenti memorizzati sul device è il primo movente di questo fenomeno, che va evolvendosi da qualche anno sfruttando l’impossibilità di Google di essere presente per il testing di tutte le app inviate a Play Store.

Le app in questione spesso rappresentano facsimili di second’ordine di giochi oppure applicazioni popolari, e tra alcuni comandi apparentemente funzionanti nascondono pericolose insidie, installate all’insaputa dell’utente.

Ricordiamo che Trend Micro è stata una delle prime security company ad aver rilevato e visualizzato nel tempo questa incredibile anomalia, evidenziando nel solo Aprile scorso quasi 891.000 applicazioni Android, i 2/3 delle quali rappresentavano pacchetti contenenti adware intrusivo o vere e proprie minacce alla sicurezza del device.

Molto ironicamente, ma con una punta di amarezza, le applicazioni venivano presentate come “software antivirus”, come abbiamo avuto modo di vedere anche con alcuni nostri articoli, che prendevano in esame proprio questa tipologia di app.

Prestare attenzione ai cloni è quasi sempre molto semplice: di norma, la sezione Top applications di Play Store conterrà una serie di applicazioni che per via della loro popolarità avranno già analoghe versioni contraffatte sulla piattaforma.

Individuare il nome del creatore o la valutazione complessiva, basandosi sui feedback degli utenti, è un secondo buon stratagemma per identificare i veri autori dell’applicazione originale.

Non rimane quindi che da attendere l’attesa riscossa di Google in un ambito che paradossalmente dovrebbe essere ben più protetto, dal momento che si tratta del proprio store ufficiale.

Nel frattempo, rimane comunque una mossa intelligente sfruttare esclusivamente app di Top Developers accertati, rifiutando nomi sconosciuti o procedure e descrizioni dubbie.

21 Luglio 2014 Archiviato in:Play Store

Roberta Betti

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