La lungimiranza di Google è certamente nota a tutti gli internauti, ma a quanto pare uno dei suoi espedienti volti -almeno nelle intenzioni- a rendere la privacy dell’utente al centro del suo ecosistema di servizi, non è andato affatto giù a Tim Berners-Lee, che tutti noi conosciamo per essere l’ideatore dei fondamenti della rete Internet.
Il padre del Web ha infatti aspramente criticato il cosiddetto “diritto all’oblio“, una garanzia offerta ad un utente che ne faccia esplicita richiesta di ottenere la cancellazione parziale o totale (previa approvazione) dei dati sensibili o riservati che ruotano attorno alla sua sfera personale.
Secondo le sue parole, si tratterebbe di una vera e propria “offesa alla natura stessa del Web”, proponendo invece come alternativa la de-indicizzazione, anziché la cancellazione completa ed in certi casi irreversibile, di alcuni dati privati della persona.
Tim Berners-Lee, nel corso del suo intervento, ha spiegato come ormai le redini della società mondiale siano in mano all’informatizzazione e ad Internet, e si aspetta che dai nuovi pionieri del Web arrivino nuove soluzioni per affrontare situazioni così vulnerabili, anziché “fingere” che nulla sia mai accaduto, facendo venir meno la natura di archivio globale di informazioni e conoscenza di Internet.
Il concetto dell’oblio si trova quindi sospeso tra i sostenitori (che essenzialmente non vorrebbero associate alla propria persona etichette lesive, diffamatorie o svianti relative al proprio passato) e i denigratori, che ritengono la cancellazione della storia pregressa delle persone una vera e propria violazione della memoria storica, rendendo ben più complicato sapere chi realmente sia un individuo.
Il secondo punto di vista ottiene particolare rilevanza nel caso in cui il Web passato, comunque sempre attuale grazie alla natura stessa di Internet, possa riemergere, nel caso in cui quei dati tornino ad essere utili in un futuro prossimo, sia dal punto di vista cronachistico che storico, per risolvere determinati casi rimasti in sospeso o addirittura offrire la memoria di un passato realmente avvenuto alla persona.
Il pioniere di Internet per eccellenza si distacca con un deciso, ma come sappiamo non decisivo “no” alla dibattuta questione relativa al diritto all’oblio online, spaccando letteralmente il mondo in due.
Mentre Google e gli altri big della tecnologia ponderano varie alternative, di cui non esiteremo a riportarvi news, diteci la vostra a riguardo nei commenti, per ricordare sempre che il Web è costituito soprattutto da ognuno di noi.
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