Molto spesso, rumor più o meno fondati hanno attribuito alla nuova iterazione di Android in arrivo, conosciuta finora con il code-name di “M release“, una capacità superiore rispetto a quella degli OS precedenti di Google nel manipolare i giochi diventati ormai parte del complesso settore del gaming mobile, che sembra ben lontano dal raggiungere la forma desiderata dagli utenti, sempre più esigenti in termini di titoli richiesti e, ovviamente, prestazioni grafiche.
In attesa di scoprire se queste voci di corridoio siano vere, Big G ha provveduto a sviluppare sempre più librerie grafiche ed API in grado di portare al massimo le prestazioni hardware dei nuovi top di gamma, sempre più capaci di sfruttare il connubio CPU/GPU per offrire agli utenti un’esperienza di gaming mobile più viva e realistica.
L’obiettivo di Google si fa ancora più significativo se consideriamo che negli ultimi tempi è nata dai suoi sforzi un’API open source capace di portare agli estremi livelli il rendering 3D nei giochi: questo importante componente prende il nome di Vulkan, ed è frutto di una partnership congiunta con molti dei protagonisti dell’hardware e dell’entertainment moderno, tra cui Valve, Pixar, AMD, ARM, Nvidia, Qualcomm e Samsung, che congiungeranno le proprie forze per dar vita ad un nuovo concept alla base dei videogiochi portatili su smartphone.
Tra gli obiettivi espliciti di Vulkan troviamo la riduzione di un fenomeno alquanto fastidioso che si è sempre verificato all’interno degli hardware di vecchia e nuova generazione: l’overhead, ovvero l’abuso di risorse non necessarie per eseguire codice oppure operazioni particolarmente complesse, quali possono proprio essere il rendering grafico e la creazione di giochi poligonali fluidi e articolati.
Il post ufficiale Google che annuncia l’arrivo di Vulkan tende inoltre a rispondere ad una domanda fondamentale nel graphics development, ovvero: fino a quanto può essere complessa una scena disegnata in una frazione di secondo?
La risposta alla domanda richiederà naturalmente il successo di questo progetto, che investirà certamente molti ambiti del gaming open source e soprattutto inciderà con le performance future di Android.
Attendiamo quindi i primi risultati sulle speculazioni e sui test ufficiali di Google, che dovrebbero prendere vita a breve, non appena terminate le sperimentazioni iniziali su questo speciale modulo grafico che permetterà di accedere a giochi sempre più caratteristici e meno limitati dall’hardware su cui vengono emulati.
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