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Google lancia Brillo, l’OS per Internet of Things: le news

Ad alcuni anni dal lancio del concept di Internet of Things, non sono tuttavia ancora presenti sistemi operativi di rilievo  in grado di metterne a frutto le potenzialità: la sempre attiva Google, che negli ultimi tempi è all’opera anche su Android M, ha quindi pensato a dedicare una piattaforma ad hoc all’IoT, a cui è stato dato il nome provvisorio “Brillo”.

Non si tratta ancora di un titolo definitivo (in molti suggeriscono, infatti, Android Home), tuttavia quel che è certo è che si tratterà di una delle principali svolte epocali di Big G così come di tutte le strutture digitali alla base di Internet Of Things.

Google Brillo

La piattaforma in questione sembra avere tra i suoi intenti quello di gestire automaticamente ogni dispositivo dotato di interfaccia smart, partendo dalla videosorveglianza, passando poi per termostati ed elettrodomestici intelligenti, che a questo punto non richiederebbero più l’apporto dei comandi umani, permettendoci così di osservare da remoto tutti i device di casa senza sforzo.

L’OS in arrivo dovrebbe comunque trattarsi di un’alternativa molto “light” rispetto ad altri sistemi per PC: al momento, secondo varie stime, occuperebbe soli 32 MB in termini di RAM: da questo è già possibile dedurre che sarà ottimizzato per evitare lag e crash imprevisti.

Google cerca così di sconfiggere sul tempo la proposta di Apple, che non molti giorni fa aveva mostrato al pubblico Homekit, un sistema per la domotica in grado di svolgere in buona parte tutte le applicazioni richieste dall’Internet of Things.

L’offerta di Big G avrebbe comunque dalla sua parte il fatto di essere più malleabile, in quanto open source e basata su Android, e capace di comportarsi come ecosistema universale per tutte le app. Google presenterà probabilmente il concept base di Brillo (o Android Home) alla prossima I/O di San Francisco, prevista per fine Maggio e destinata a far luce sui prossimi passi della casa di Mountain View con una roadmap dettagliata.

Dopo l’arrivo delle identificazioni a radiofrequenza (note come RFID) e i codici QR, ormai diffusissimi in una vasta gamma di applicazioni (dal download di app al riconoscimento dei wallet Bitcoin), è finalmente arrivato il turno dell’evoluzione di Internet of Things?

Di certo, una volta avviata una delle più grandi rivoluzioni digitali di sempre, nessuno potrà più farne a meno: seguiteci per scoprire se Google riuscirà ad essere la prima major a portare l’IoT a quanti più utenti possibili nel mondo.

25 Maggio 2015 Archiviato in:News

Roberta Betti

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