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Google Chrome, la nuova release genera automaticamente password

Siamo da sempre abituati a mille e più espedienti, anche sotto forma di estensioni, che consentono ai nostri browser una gestione ottimale di password e credenziali in generale, oggi parleremo nello specifico del nuovo aggiornamento dedicato a Google Chrome.

chrome-remote-desktop

Tuttavia, quello che finora è mancato alla maggioranza delle applicazioni di questo tipo, è la possibilità di generare le password automaticamente, compito che Google Chrome, nella nuova release Canary, ha voluto sperimentare.

Dopo le centinaia di attacchi accaduti ai principali browser durante il 2014, Google si è resa infatti conto di avere assoluta necessità di un sistema in grado di tutelare gli utenti “alla fonte”, aiutando ognuno a scegliersi tramite una generazione casuale ma guidata di password i modi migliori per accedere alla navigazione.

Il principio alla base di Google Canary è effettivamente semplice: non appena dal nuovo browser si registrerà un account nuovo, potremo notare un piccolo pop-up, non invasivo, che ci aiuterà a creare una stringa a caratteri alfanumerici, particolarmente complessa da hackerare con i classici attacchi “a dizionario” tipici di hacker e cracker.

Il browser, scelta e impostata la password, provvederà poi a memorizzarla su server appositi, in maniera che l’utente possa effettuare l’accesso in tutta sicurezza, protetto però da una parola chiave effettivamente molto complessa. La password varrà per tutti i device connessi allo stesso account.

Tutto ciò è reso possibile grazie all’attivazione dell’apposita funzionalità, che ricordiamo essere in fase ancora sperimentale, attivando due “flags” principali presenti nella release Canary di Chrome: “chrome://flags/#enable-password-generation” è il primo flag, il secondo è invece “chrome://flags/#enable-save-password-bubble flags”.

Google, con questa furba implementazione al proprio browser di punta, cerca sicuramente di migliorare l’esperienza di navigazione, alla luce dei pessimi eventi capitati a iCloud, recentemente hackerato.

Non possiamo far altro che augurarci che questo prezioso espediente venga a trovarsi al più presto inserito nella prossima release Chrome, a vantaggio di tutti noi utenti.

9 Settembre 2014 Archiviato in:Google

Roberta Betti

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