Questa è sicuramente la parte più corposa, complessa, delicata ed attesa di tutto il keynote: la presentazione del nuovo Android L, successore naturale di KitKat. Sarà un aggiornamento corposo, carico di novità e di modifiche su diversi livelli, a partire dalle nuove API che saranno oltre 5000 e che introdurranno caratteristiche come:
- Bluetooth 4.1
- USB Audio
- Burst Mode
Svetta su tutte il Material Design, ovvero una rivisitazione profonda dei layout e della grafica che servirà ad unificare Android tra tutti i dispositivi, dando linee guida ancora più rigide ed uniformi, ma ci saranno altre novità che analizziamo ora nel dettaglio:
MATERIAL DESIGN
Ad ogni elemento della UI verrà assegnato un valore, detto “valore di elevazione” ( elevation design) che darà un’idea al sistema operativo della posizione e della sua priorità rispetto ad N altri elementi in modo da disporli come se fossero organizzati in uno stack.
Inoltre avremo nativamente e non più tramite l’Xposed framework, un’identificazione delle applicazioni in base al colore, in modo da avere subito un’idea precisa di dove ci troviamo in quel momento, colorando di conseguenza anche la barra delle notifiche.
Il font Roboto è stato modificato ed aggiornato per renderlo più leggibile e più “adattivo” allo schermo, in modo da essere chiaro e pulito su qualsiasi tipo di monitor, sia questo TV che del proprio smartphone o del proprio smartwatch.
Verranno poi uniformate le animazioni presenti in tutto il sistema, rendendole fluide e “possibili“, ossia animazioni collegate l’una all’altra e contestualizzate per qualsiasi tipo di azione svolta.
Per quanto riguarda le notifiche invece, si è parlato dell’introduzione delle notifiche Heads Up, caratteristica già vista sui dispositivi con installata la CyanogenMod 11. Queste caratteristica è pensata per dare un’anteprima diretta tramite finestra pop up quando, ad esempio, si è occupati a fare altro con il telefono e non si ha il desktop in primo piano.
UNLOCK
Saranno presenti forti novità anche in tema unlocking, rivisitando la schermata di sblocco che sarà ora ricca di notifiche e collegamenti per raggiungere facilmente l’app d’interesse.
Inoltre, verrà introdotto il “Personal Unlocking” ossia un meccanismo di sblocco che andrà ad interfacciarsi al proprio smartwatch, ad esempio, e che consentirà in maniera del tutto automatizzata una verifica dell’utente che sta accedendo allo smartphone.
Detta brevemente, vi sarà la possibilità di essere riconosciuti e di sbloccare automaticamente il telefono semplicemente indossando lo smartwatch. Se questo riconoscimento fallirà, il telefono dovrà essere sbloccato tramite PIN numerico.
ART E PROJECT VOLTA
Il discorso della virtual machine su Andorid è stato toccato diverse volte. Al momento Dalvik è la runtime di default, creata proprio dal team di Google stessa, capace di sfruttare al meglio la poca memoria dei dispositivi mobili per far girare più istanze della VM (Virtual Machine) e capace di nascondere la gestione della memoria al sistema operativo stesso. ART sarà dunque il nuovo standard, acronimo di Android Run Time.
La vecchia virtual machine Dalvik è basata su tecnologia JIT (just-in-time): ogni app quindi viene compilata solo in parte dallo sviluppatore e sarà poi di volta in volta compito di un interprete software (proprio la Dalvik) eseguire il codice e compilarlo definitivamente in linguaggio macchina in tempo reale, per ogni esecuzione dell’app stessa.
Questo ovviamente incide sulle prestazioni anche se permette una maggiore versatilità nello sviluppo di applicazione che girano su più piattaforme. Art invece è basata su tecnologia AOT (ahead-of-time) che esegue l’intera compilazione del codice durante l’installazione dell’app e non durante l’esecuzione stessa del software.
Un vantaggio quindi in tema di prestazioni e gestione delle risorse. Tuttavia questo incremento di prestazioni e gestione delle risorse in fase di esecuzione incide con un maggior tempo per l’installazione di un app. Si tratta comunque di tempi quasi impercettibili, specie in vista di hardware sempre più potente. [fonte Wikipedia]
Questo switch permetterà di avere inoltre un’ottimizzazione delle performance, che incideranno attivamente sul consumo della batteria, grazie a quello che si chiamerà Project Volta ed al Battery Saver, in grado di modificare il comportamento del nostro smartphone a seconda del nostro livello di carica aumentandone l’autonomia quando siamo agli sgoccioli.
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