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Android Wear, il sistema operativo per smartwatch “made in Google”

Tanto se ne è parlato, negli ultimi due anni, di dispositivi indossabili in grado di supportare l’OS portatile più flessibile e diffuso, ovvero Android, che Google non ha potuto fare a meno di emulare il tentativo di Samsung nella lunga corsa alla “wearable technology”.

Android-Wear-logo

Dopo Galaxy Gear ed il successore Galaxy Gear 2, è infatti sul trampolino di lancio Android Wear, che nella sua versione prototipo permetterà agli sviluppatori di studiare una serie di app efficaci e opportunamente rese su schermi di pochi pollici.

La policy Google ha sempre preferito dare in pasto ai developer i dispositivi, prima di mostrarli al grande pubblico, in questo modo, infatti, viene allegato un kit di sviluppo che consentirà di adeguare le linee guida alla base della codifica del nuovo smartwatch alle app sviluppate dai singoli, eliminando una volta per tutte i problemi di compatibilità e di visualizzazione.

Google sta in particolare ricercando la partnership di diverse realtà prestigiose nel campo della progettazione di chipset e processori, e non mancano all’appello nomi quali Broadcom, Intel, Mediatek e Qualcomm.

Rimane comunque estremamente chiaro cosa intenderà fare “Big G” con questo nuovo dispositivo: sfruttando la portabilità ed il fatto di poter essere usato in ogni momento, Android Wear risponderà alle nostre domande, gestirà gli input vocali, registrerà i nostri movimenti, comunicherà con altri dispositivi e come mostrato recentemente terrà memoria degli articoli online che vorremmo leggere in un secondo momento.

Infatti, una delle prime app sviluppate per Android Wear, Pocket, ci permetterà di organizzare link, notifiche e pagine web accantonate per la consultazione con un semplice swipe.

Diventa così possibile liberare lo schermo da materiali che abbiamo intenzione di rimandare a dopo, in un ambiente dalla grafica ben leggibile e dai colori tipici di Google.

Al momento il sistema operativo rimane in fase di test; non appena Google avrà aumentato il parco applicazioni potremo comunque essere certi della sua futura comparsa europea e mondiale.

26 Marzo 2014 Archiviato in:Android

Roberta Betti

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