Che Bitcoin sia sorto come un fenomeno a base locale, diventato poi “culto” di massa, specialmente negli USA, non è più una questione coperta da mistero. Più curiose ed appassionanti, invece, le applicazioni teoriche e pratiche della crittovaluta digitale, che trascendono il loro semplice utilizzo online, come dimostra il caso di un fan olandese della moneta, che si è impiantato due chip NFC in ognuna delle due mani, contenenti i propri dati Bitcoin.
L’audace mossa ha una sua ragione di fondo: la possibilità di conservare in via locale e facilmente reperibile, nonché al sicuro da eventuali atti di pirateria, i dati relativi al proprio wallet e a parte della blockchain.
Già ora la sicurezza ha rappresentato un motivo in più per gli appassionati di Bitcoin di munirsi di USB Key criptate su cui riversare comodamente i propri dati, al sicuro da sguardi indiscreti, tuttavia la mossa di Martijn Wismeijer (questo il nome del temerario ed intelligente utente) rappresenta qualcosa di inedito, finora.
I circuiti così innestati nel proprio corpo permettono a Wismeijer di acquistare e vendere semplicemente avvicinando le mani ad un dispositivo NFC, in grado di rilevare i chip.
Le tecniche di rudimentale bio-hacking che hanno consentito all’olandese l’impianto consentono di sfruttare capsule protettive di circa 2 per 12 mm; in grado di ospitare circa 800 byte di info relative al proprio indirizzo Bitcoin e dati relativi.
L’area scelta da Wismeijer per l’impianto dei due chip è la porzione di tessuto muscolare tra pollice ed indice, ed il modello di chip prescelto per una conservazione ottimale dei dati all’interno del corpo è il RFID NTAG216, in grado sia di memorizzare e sovrascrivere i dati quotidiani dell’uso di Bitcoin, che di memorizzare la chiave crittografata relativa.
Secondo la testimonianza dell’utente, i chip sono reperibili dal sito DangerousThings.com, comprensivi di una siringa per iniezione locale; fatto che lascia presumere che essi siano utilizzati per numerosi altri scopi in ambito security.
L’iniziativa di questo audacissimo olandese, quindi, sembra suggerirci il futuro dello scambio d’informazioni, e delle criptovalute stesse: fare del proprio corpo un mezzo di trasmissione di dati, in un ambiente che sembra attingere sempre più dalla fantascienza tangibile e vera, finalmente in modalità a disposizione di tutti gli utenti a livello mondiale.
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