Durante la seconda giornata dedicata a Google I/O 2016, i supporter di Project Ara, il progetto dedicato alla creazione di uno smartphone modulare Android completamente personalizzabile, hanno ricevuto in diretta una conferma importante: in questi ultimi mesi sono stati compiuti passi in avanti significativi per quanto riguarda questo device portatile, che cambierà nei prossimi anni il modo in cui ci approcciamo alle novità in ambito smartphone.
Project Ara si configura come uno smartphone di nuova generazione costituito da moduli intercambiabili, che danno all’utente la possibilità di creare il migliore assetto disponibile, a seconda delle nostre esigenze personali e soprattutto evitando l’usura dei componenti, e l’obsolescenza programmata che affligge molti dispositivi moderni.
Google ha così proposto, direttamente dal palco di I/O 2016, l’adozione di una scelta più etica ed economica, nel lungo termine, in ambito smartphone, assicurando l’utenza dei progressi in corso presso il team ATAP (ovvero, Advanced Technology and Projects, che si sta occupando dello sviluppo di Ara). In che cosa è diverso questo dispositivo, il cui arrivo per gli sviluppatori è previsto entro il prossimo autunno, dalla maggioranza degli attuali top di gamma?
Innanzitutto, con Google Project Ara non ci saranno particolari limiti in merito alle configurazioni hardware che potremo scegliere, nei limiti della compatibilità dei moduli (speaker, microfoni, chip wireless, processori, etc.) con il telaio base del dispositivo.
Nel caso in cui volessimo, ad esempio, aggiungere schermi supplementari, magari di qualità e-paper, oppure dei moduli interattivi per l’activity tracking, potremmo comodamente farlo: Ara diventa una sorta di ambiente di sviluppo del tutto personale a livello hardware.
E’ chiaro che il successo del dispositivo, così come proposto da Big G, dipenderà anche dalle future partnership effettuate con i grandi nomi dell’elettronica di consumo per supportarlo anche in altre forme e varianti: Toshiba, Sony, TDK, LG e diverse case cinesi (tra cui non dovrebbe mancare Xiaomi) hanno già confermato la propria approvazione del progetto: saranno questi i nomi che vedremo sui dispositivi Project Ara che arriveranno in versione consumer a partire dal 2017?
Il dispositivo base, illustrato da Google presso la conferenza I/O 2016, ad una prima occhiata è dotato di sei spazi supplementari sul retro, che lasciano libera l’immaginazione per quanto riguarda l’installazione di moduli in via immediata (non sono ovviamente previste operazioni di saldatura o simili, essendo lo smartphone personalizzabile in ogni momento).
Sarà sufficiente aprire il menu Impostazioni di sistema e disconnettere temporaneamente il modulo che intendiamo sostituire, per poi caricarne uno nuovo e far ripartire il device come se fosse, a tutti gli effetti, un nuovo cellulare.
Google ha così dimostrato di poter fare grandi cose con Project Ara: non ci rimane che attendere i pareri dei developer dal prossimo autunno, aspettando con fiducia il 2017 per scoprire di che cosa sarà veramente capace.
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