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Meglio l’uomo o la Macchina? [EDITORIALE]

Il confronto tra il cervello umano e i computer ha sempre affascinato l’intera umanità. Lo sviluppo dell’informatica è nato da una necessità storica di fare calcoli in grado di risolvere problemi nel minor tempo possibile.

Un esempio lampante ebbe luogo durante la seconda guerra mondiale, dove Alan Turing, considerato uno dei principali esponenti per lo sviluppo dei calcolatori e delle intelligenze artificiali così come li conosciamo oggi, con la sua Macchina di Turing contribuì alla vittoria dell’Inghilterra e dei suoi alleati, decifrando i messaggi criptati dei nazisti.

Meglio l'uomo o la Macchina?

La creazione della Macchina di Turing rese molto più veloce e semplice la decriptazione dei messaggi in maniera tale da rendere possibile un’eventuale azione a sorpresa sul campo di battaglia. Ma allora se la Macchina, in quel caso, è riuscita a superare l’uomo in termini di tempistiche e di calcolo, perché oggi si dice che il cervello umano rimane comunque ineguagliato? La risposta è molto semplice e la possiamo trovare nei tempi di reazione e comunicazione.

Il cervello umano ha una velocità di comunicazione ancora oggi insuperabile, i neuroni hanno una velocità di comunicazione tra loro a dir poco impressionante, la frequenza di invio di impulsi elettrici da un lato all’altro del cervello non è paragonabile nemmeno al Supercomputer Sequoia della IBM, anzi rispetto a questo, il cervello umano risulta 30 volte più veloce nella comunicazione tra le sue componenti.

Fino ad oggi la potenza di un computer si basava solo sulla rapidità di calcolo e non sulla rapidità di comunicazione tra tutte le sue componenti. Questa nuova unità di misura viene chiamata “TEPS” (Traversed Edges Per Second).

Per comunicare con le sue componenti un computer deve “immaginare” un grafico e cercare al suo interno la posizione esatta della componente desiderata per inviare un impulso elettrico. Un cervello umano non può immaginare un grafico come fa il computer ma comunica con il resto del corpo tramite le connessioni neuronali; anche la frequenza di invio di impulsi elettrici in un cervello si calcola in TEPS.

Ricapitolando:

la frequenza di invio di impulsi elettrici tra una componente e l’altra di un computer e la frequenza di invio di impulsi elettrici tra i neuroni in un cervello umano, si calcola in TEPS.

Ora immaginiamo di poter avere la potenza TEPS di un cervello con la capacità di calcolo di un computer. Una macchina con queste caratteristiche hardware, per funzionare al massimo delle sue potenzialità, dovrebbe avere un software degno del suo hardware, qui entra in gioco la IA (Intelligenza Artificiale).

Il termine IA nasce nel 1956 alla conferenza Dartmouth dove il programma LT di A. Newell, J. Clifford Shaw e H. Simon rappresenta il primo dimostratore automatico di teoremi.

terminator

Le potenzialità delle IA hanno sempre preoccupato e affascinato allo stesso tempo, difatti molto della fantascienza si basa proprio su una possibile rivolta delle macchine contro l’uomo come nuova razza dominante. Molti esempi possiamo trovarli nel cinema, nelle serie tv e nella letteratura, basti pensare alla lotta uomo – macchina presente in film come Matrix e Terminator o nella serie tv Battlestar Galactica.

Ma le IA non sono rappresentate sempre in maniera negativa, nel film l’Uomo Bicentenario, per esempio, viene mostrata l’umanizzazione sempre più presente in una macchina, a tal punto da portare al sentimento dell’amore.

uomo bicetenario

In ogni caso, una macchina pensante e autonoma rappresenterebbe un rischio reale e non solo fantascientifico, ecco perché  Elon Musk, fondatore di Tesla Motors, SpaceX ha annunciato un finanziamento 7 milioni di dollari divisi fra 37 gruppi di ricerca occupati nel  “Problema IA Killer”.

Questi 37 gruppi di ricerca lavoreranno sul tema IA da diverse angolazioni che includendo l’insegnamento alle intelligenze artificiali per distinguere ciò che gli umani vogliono da loro oltre che ad allineare gli interessi della IA con quelli degli esseri umani e di mantenere un controllo umano completo nei confronti della IA.

Uno di questi 37 progetti si chiama “AI Impacts” ed è emerso dal cervello di due dottorandi, Grace Katja e Paul Christiano, uno della University of California, Berkeley e un altro della la Carnegie Mellon University. In sostanza, questi scienziati hanno sviluppato una nuova tecnica che può essere utilizzato per confrontare il cervello umano ai supercomputer. Loro sono gli inventori dell’unità di misura TEPS.

“Un grande vantaggio pragmatico di misurare il cervello in termini di comunicazione è che non era mai stato fatto prima“, dice Grace Katja, ricercatrice presso il Machine Intelligence Research Institute di Berkeley, che sta lavorando a un dottorato in Logica, Calcolo, e Metodologia presso la Carnegie Mellon University. Grace ha aggiunto che questo metodo “fornisce una stima relativamente indipendente del prezzo di un eventuale hardware per un’elaborazione paragonabile a quella del cervello umano.“

Il progetto AI Impacts ha principalmente l’obbiettivo di capire quanto sia veloce l’evoluzione delle IA nel corso del tempo, questo per non trovarsi impreparati di fronte ad evoluzione troppo veloce come successe per le tecnologie nucleari applicate alle armi.

In risposta alla domanda che dà il titolo a questo articolo, rispondiamo in maniera forse scontata ma sicuramente quella più giusta. Per eseguire calcoli il computer vince sicuramente ma non può ancora prendere decisioni autonomamente, imparare autonomamente o agire come meglio crede, questo limita i campi di utilizzo di un computer mentre il cervello umano può avere infinite applicazioni grazie alle intuizioni provocate da un continuo apprendimento e dalle emozioni che un umano prova; amore, paura, speranza, coraggio, tutte emozioni che una macchina non può sentire, non conosce. Almeno non ancora.

La speranza è che l’uomo, tra i mille dibattiti etici e religiosi sull’argomento, riesca a non creare un qualcosa che potrebbe voltare le spalle all’umanità, si spera che Skynet non nasca mai.

1 Settembre 2015 Archiviato in:News

Andrea Bravaccino

Laureando in Scienze Informatiche alla Federico II di Napoli, appassionato di smartphone e tablet, soprattutto del loro modding! Mi affascina tutta la tecnologia in genere!

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