Anche il 2016 si apre all’insegna di attacchi cybernetici e rivalità sul Web, che spesso rispecchiano le divisioni tra gruppi sociali o ideologie di cui leggiamo nella cronaca: dopo il recentissimo attacco hacker all’emittente BBC da parte del gruppo anti-ISIS NewWorldHacking, che ha voluto testare le capacità delle proprie tecniche colpendo un bersaglio di portata internazionale, è il turno di Microsoft, che si è da poco assunta il compito di informare i propri utenti in caso di attacchi governativi ai loro account.
Una svolta certamente importante, che cambia il modo in cui l’utenza si relaziona ai prodotti di una software house di grande portata: Microsoft avrebbe infatti intenzione di inviare notifiche tempestive, in caso di accessi non autorizzati, a tutti gli utenti iscritti con un account a qualche servizio correlato, ad esempio, con OneDrive oppure Outlook, a cui si aggiungeranno successivamente tutti i servizi ritenuti necessari.
La scelta di Microsoft segue le recenti critiche indirizzate dagli utenti in seguito ad un attacco informatico proveniente da hacker del governo cinese, ai danni di alcune minoranze asiatiche tra cui quelle tibetane. Proteggere gli iscritti ai servizi da eventuali vulnerabilità e bug nel momento stesso in cui avviene l’attacco sta quindi diventando una priorità molto sentita negli ambienti di security, essendo notevolmente aumentati negli anni numero di bersagli e potenza degli attacchi.
Microsoft ha quindi intenzione di rafforzare una policy già attiva nel caso in cui qualcuno si intromettesse illegalmente nell’account di un altro utente: quest’ultimo riceverà infatti l’informazione relativa ad un attacco promosso da uno dei tanti stati che praticano il cyber warfare contro minoranze etniche, oppure gruppi sociali particolarmente oggetto di critiche.
Tutto ciò si aggiunge ovviamente ai tradizionali sistemi di protezione, tra cui l’autenticazione a due passi, il monitoraggio delle Attività Recenti e l’uso di password complesse: la società di Redmond tende quindi a seguire da vicino quella che ormai è diventata anche la politica di diversi social network e servizi di storage online che tendono ad offrire quanti più dettagli disponibili sulla natura dell’attacco informatico.
Saranno sufficienti queste contromisure per mettere gli utenti in guardia? Di certo anche il 2016 appena iniziato non ci risparmierà colpi di scena per quanto riguarda le note “hacker wars”: scopriremo quindi insieme cosa attenderci dai principali collettivi che ormai dominano la scena di Internet, con fini etici e non.
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