In seguito alla recentissima vicenda che ha visto coinvolto il cyberspionaggio russo, il quale non si è fatto scrupoli nel bersagliare alcuni suoi obiettivi occidentali (tra cui la NATO) sfruttando un bug zero-day diffuso nella maggioranza delle copie di Windows, segue come un turbine un movimento simile, tanto ambiguo quanto mirato a minare le basi della libertà, in Cina.
Secondo un report di GreatFire, movimento online che si occupa di riportare notizie da blog e siti censurati o addirittura bloccati in territori “caldi”, la Cina avrebbe infatti condotto un attacco ai server del noto servizio Apple iCloud, utilizzando combinazioni di attacchi di phishing e man-in-the-middle, ovvero falsificando le comunicazioni e dirottando gran parte del traffico Web su una versione “civetta”, ovvero fake riprodotto nei minimi dettagli, del portale.
La controffensiva a questi attacchi proviene direttamente da alcuni osservatori per la libertà di navigazione, che fanno notare come in Oriente gran parte delle connessioni debba essere purtroppo limitata da un firewall centralizzato, in grado di bloccare, per l’utente medio, l’accesso ai principali social e siti di scambio internazionale.
Le supposizioni che portano a pensare che si tratti di un vero e proprio attacco centralizzato da parte del Paese, e non del “semplice” intervento di un gruppo di cyberpirati organizzati, derivano dal fatto che malgrado il sito conservi l’indirizzo autentico, ad ogni redirect viene rimandato un portale completamente fasullo, riuscendo nell’intento di confondere ed ingannare l’utente.
Apple non ha ancora mostrato le proprie convinzioni a riguardo, ma un fatto è certo: l’intrusione cinese non verrà vista favorevolmente dalla casa di Cupertino, che pure finora aveva fatto affidamento su di essa per estendere la conoscenza dei brand della Mela in gran parte dell’Oriente.
Naturalmente, attendiamo l’evoluzione della “questione iCloud” fino al punto in cui possa essere finalmente rivelata la verità a riguardo; per tutti gli utenti che hanno a cuore, da sempre, la difesa della privacy individuale.
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