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Google Dart e la programmazione Web: nuovi sviluppi

GOOGLE-DART

A quanto pare, tra recenti exploit nel mondo della robotica, digressioni nell’ambiente della salute e dell’estensione della vita (l’esempio più eclatante è dato da Google Calico, dipartimento di Big G che si promette di donare agli esseri umani un’aspettativa di vita quanto più elevata possibile) e compilazioni di nuovi linguaggi di programmazione, l’impresa di Mountain View sembra avere in serbo tante sorprese per gli utenti.

Al fine di garantire uno sviluppo di applicazioni web in grado di oltrepassare la flessibilità di JavaScript (e va detto, parte della sua vulnerabilità, che lo rende un bersaglio appetibile ad alcuni attacchi informatici), Google si è concentrata per alcuni anni sulla creazione di un linguaggio univoco per la programmazione online, detto Dart.

Dopo circa ventiquattro mesi di lunga attesa, l’SDK ufficiale e definitivo per Dart è pronto, e si presenta al pubblico anche sotto forma di versione Chrome con VM incorporata.

Lo scripting promosso da Dart è di carattere open source, e fornisce elementi notevoli di sicurezza, insieme alla gestione di progetti di grande dimensione in termini di listato di codice.

Tuttavia, si mormora negli ambienti di developing che non tutti gli sviluppatori siano realmente interessati all’opportunità, essendo già ferrati in linguaggi più che flessibili, in grado di creare praticamente ogni applicazione immaginabile tramite l’implementazione delle giuste librerie.

Google_DART

La versione corretta e riveduta di questo SDK, comunque, presenta performance e stabilità inedite, includendo un Dart Editor ed una Virtual Machine integrata in una versione rifinita di Chrome, chiamata Dartium.

La conversione di alcune stringhe di codice, soprattutto quelle tipizzate, può essere effettuata con appositi strumenti e la compatibilità con i browser che al momento sono sprovvisti di interfaccia Dart è praticamente assicurata grazie al cross-compiler.

Le performance complessive, se paragonate con il già detto JavaScript, sono notevoli e addirittura in grado di superare la vecchia codificazione.

Non ci resta che seguire gli sviluppi di questo nuovo approccio Google al coding, per capire se e quanto altre grandi protagoniste del mondo Web avranno da dire in merito a questo tentativo di apparente monopolizzazione del codice Web.

11 Dicembre 2013 Archiviato in:Google, News

Roberta Betti

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